Si può viaggiare per tanti motivi, ma il viaggio più interessante è quello che ti fa stare bene con te stesso, che ti fa tornare arricchito di idee nuove, di immagini e di suoni, di emozioni positive che ti rimangono in mente, più dello shopping o del turismo da ristorante che ci procura chili in più.
Avvicinarsi all’arte fa sempre bene allo spirito, ognuno di noi in base alla propria sensibilità può avvicinarsi ad un periodo storico, presente o passato, amarlo e provare un’intenso piacere nel viverlo da vicino. Per chi ama l’arte contemporanea, una tappa fondamentale è la mostra”Documenta” di Kassel, un evento che si ripete ogni cinque anni. A Kassel, si passa da un museo a un’altro, da location inconsuete trasformate in museo ( si pensi a un dismesso deposito delle poste) a meravigliosi parchi fioriti dove ci si imbatte a sorpresa con gigantesche sculture e mega-istallazioni in legno, metallo, pietra, tubature. Ore di camminate salutari che allenano gambe e cervello, che conducono a scoprire, a meravigliarsi, a riflettere.
Mescolarsi con l’arte contemporanea, ci piaccia o no, stimola a rinnovarci, a cambiare dentro, a mettere in discussione le nostre convinzioni. A schiarire le paludi delle abitudini , come un “wash-out” della mente, un lavaggio purificante che lava via il vecchio e fa posto al nuovo.
Kassel, Documenta. Il Partenone di Atene realizzato con migliaia di libri dall’artista argentina Marta Minujín
Tra le associazioni più vicine a questa filosofia e presenti a Kassel quella dei Giovani Collezionisti, alla cui guida si intersecano il critico e storico dell’arte Ludovico Pratesi, Antonio Costantino e Federica Pecci, rispettivamente Presidente e Vice-Presidente dell’Associazione. Che affermano: “Elaborare il programma di Kassel è stato laborioso, molti di noi hanno amato la scelta delle opere presenti a Documenta, altri le hanno trovate discutibili, nonostante ne abbiano riconosciuto il valore intellettuale,storico, etico. Ma per noi che amiamo l’arte contemporanea, vivere di persona questo appuntamento era un dovere imprescindibile”.